Si era addormentato: troppe ore passate davanti al computer, sulle riviste, gli appunti, con i pensieri che passavano di continuo il confine, abbandonando le aree dell'Office Automation, per consegnarsi nelle mani dell'esercito delle sue fantasie. Erano garantiti pasti abbondanti, tanto tempo libero, e nessun padrone, ... che cosa si poteva chiedere di più, dalla vita?
- " Vigliacchi ... tornate indietro, devo studiare, fermatevi ... non mi lasciate così! " -
Inutile ogni tentativo di far cambiare idea ai propri pensieri, cominciava ad essere seriamente preoccupato.
Da qualche parte, sul tavolo, fra i tanti fogli, ci sarebbe dovuto essere un telecomando, ... uno, non gliene occorrevano di più, il suo, quello con cui normalmente, accendeva e spegneva il televisore, ... ma dov'era finito? Era chiaro che tutto quel disordine non era di sua proprietà, non gli apparteneva, insomma. Il volume dell'apparecchio, pur essendo lo stesso di qualche ora prima, era assordante, come aveva fatto a dormire con quel gran fracasso?
- " Ma dov' è finito? Dio che disordine ... ah, finalmente, eccoti, qua, ... vediamo che ore sono ... oh, Cristo ... l'una e ventitre ... ma che cosa ci faccio io, qui, dovrei essere a letto, a dormire ... mmmm ... aspetta, ... vediamo le ultime notizie, ... dato che siamo svegli, in piedi, insomma, ancora alzati. " -
Abbassò il volume, e se non fosse un'abitudine, non avrebbe nemmeno ascoltato le notizie di cronaca: cominciava ad esser sinceramente stanco di dover ancora sentire fatti come quelli che i Telegiornali delle varie emittenti ogni giorno per dovere di informazione, riportavano, puntualmente, sensa sosta, fortunatamente intervallati da notizie di una quotidianità più tranquilla, eventi di ordinaria quanto naturale vita sociale, i cosiddetti fatti di costume, oppure la notizia di qualche scoperta scientifica, o mutamenti normativi, tutte cose che facevano parte di un percorso sociale, diversamente da altri, in cui era sempre presente, ... la morte.
Per quanto potesse essere inverosimile, stava succedendo anche in quel momento. Il giornalista descriveva il fatto, venivano mostrate le fotografie della vittima e dell'assassina lì, sul video, e parlavano di due persone, di due esseri umani, anche se a suo modo di vedere, solo uno dei due era tale.
- " E, poi qualcuno si chiede pure perché preferisco rinchiudermi nelle mie fantasie, anziché aprirmi al mondo ... assurdo, se quella miserabile ci pensa anche solo un po', ha ammazzato un povero cristo senza alcuna ragione: ma anche io, che cosa sto dicendo ... ci può mai essere, poi, una ragione per uccidere? Solo i pensieri che sono generati dal male, che hanno come padre la morte possono far nascere delle azioni del genere ... " -
Guardò il foglio degli appunti che stava sul tavolo, l'ultima cosa che aveva scritto, prima di adormentarsi: la sua scrittura, con tutti quei fronzoli, quei voli di fantasia grafica, era il suo modo di trattenere il flusso delle idee, erano come briglie che dovevano trattenere e condurre un'energia troppo impetuosa, per non farsi travolgere.
Ancora una volta non era riuscito a fare ciò che si era preposto: ne aveva voglia di scrivere nell'agenda "studiare da qui a là" dopo le prime righe, le prime pagine, i primi momenti di successo, senza mai capire come potesse riuscirvi, in men che non si dica, la giornata era finita, la stanchezza era tanta, ... lo studio degli applicativi d'ufficio rinviato sine die.
Non voleva pensare al delitto, di cui aveva appena avuto notizia attraverso la televisione. Non voleva pensare a quelle cose, ed alla stupidità che vedeva sempre dietro quegli atti, inutili azioni, vuote, che solo chi non aveva niente dentro di sè, nessun sentimento riconducibile alla vita, di cui tutti dovrebbero essere figli, avendo come padre, come pensiero ispiratore delle proprie azioni, la vita, il dialogo, la comunicazione, la parola, anche quando non si è d'accordo su tante e tante cose, e non la morte, l'omicidio, la violenza ...
Era stata, quella notizia, come un calcio violento nell'addome, e gli aveva tolto il respiro: non poteva andare a letto, addormentarsi, con quelle parole e quelle immagini, dentro di sé. Cercò un foglio pulito, libero da appunti, sentiva il bisogno, la necessità di liberare delle energie positive, di far nascere qualcosa di buono, di valido, anche se era troppo stanco, per fare la cosa che più amava sopra ogni altra, perché in grado di creare, di mettere in luce la sua creatività, che per lui era il ponte che univa le creature al creatore. Anche se, ... non passava, come in passato, molto tempo passeggiando lungo quel ponte. Lo trascurava, non trovando nè il tempo, nè la forza di coltivare la sua arte, per cose a suo modo di vedere, di minore importanza ... ancorché utili.
Così, prese la matita, e cominciò a tracciare i primi segni, in quel caso più per sfogare, far uscire una sensazione di dolore, che per slancio artistico.
Era per lui inconcepibile che le persone, si potessero far condurre, come dei minorati psichici, ovunque la morte preparasse il terreno, lasciandosi spargere come concime, e beandosi di quegli effluvi.
Una delle sue fantasie, sotto le vesti figurative leggiadre di una ragazza, faceva capolino, dal foglio fino ad un istante prima completamente bianco, in guisa di ipotetico e probabilmente desiderato visitatore del suo mondo.
- " Eh, un attimo, quanta fretta, ... capisco l'impazienza, ... ma io ho i miei limiti, ho bisogno di tempo, per costruire, per far nascere, ... non sono mica il Padre eterno, sono solo un piccolo autore, un autodidatta, ... eh, pian pianino, senza fretta, ... con calma, ... allora, eh, beata te che sei immateriale, tu sì che te ne freghi ... " -
- " Sarei ancora più beata, se tu la smettessi di parlare, e riprendessi a disegnare, ... guarda che deltoide brutto che mi hai fatto, ... è enorme ... e poi, non esercitandoti, ripeti sempre gli stessi movimenti ... gli stessi tratti, uffa, ... datti una mossa, che se vuoi ci riesci! " -
Poteva solo starsi zitto: le sue fantasie avevano ragione da vendere, ... era davvero un peccato, avere un talento e non utilizzarlo.
Spense il televisore: non sarebbe potuto andare a dormire nemmeno volendo, quelle notizie gli lasciavano un vuoto dentro.
- " Domani, ... però, mi applico di più nello studio, eh? ... basta con tutte queste fantasie! " -
La sua fantasia lo guardava sorridente, conoscendo bene il suo papy: - " Mmmmm, ... e tu ci credi? " -
Non volle alzare lo sguardo al cielo: sicuramente avrebbe visto, qualcuno notoriamente raffigurato con la barba bianca, e privo del referente temporale, che si sganasciava dalle risate, non riuscendo proprio, nonostante la sua immensità a vedere quel tipo che parlava alle sue fantasie, come se avessero una propria vita, nelle vesti di un ragioniere, e finendo per rotolarsi divertito, tra le nuvole, con le lacrime agli occhi dal gran ridere.
Erano le sue fantasie, e come sempre, chi conosceva loro, conosceva lui, quello che le aveva generate: era questa la regola delle arti e della scrittura, chi vedeva il frutto, detto anche figlio, vedeva anche il pensiero che l'aveva fatto nascere, detto anche padre.
- " Papy ... ti stai distraendo, ... disegna!!!! " -
- " Sì, ... va bene, va bene, ... che cos'è un delitto, distrarsi, di tanto in tanto? " -
- " Papy ... sei un vero strazio, ... tu non ti distrai, di tanto in tanto, tu ... di tanto in tanto, riesci ad evitare di distrarti! " -
Come sempre, le sue fantasie avevano ragione: a volte pensava che gliele avesse date il buon Dio, come angeli custodi, per aiutarlo ad andare avanti, in quello che ai suoi occhi, in tante e tante occasioni, era solo ... una sorta di pianeta delle scimmie!
- " Che ne dici? Fanty ... eh ... ci starebbe una banana, a quest'ora del mattino, nel nostro stomaco? " -
La faccia della sua fantasia, non comunicava niente di buono.
- " Basta, papy ... questa volta, sono io che me ne vado a dormire! " -
- " Ma come ... te ne vai a dormire? Ma se tu ... te ne vai a dormire, io che cosa ci sto a fare qui, a quest'ora, tutto solo soletto? " -
- " Beh, potresti approfittarne per studiare un po' ... gli applicativi d'ufficio! Tanto lo sai che quando ci sono io, non riesci a farlo ... " -
- " Oh, ma lo sai che hai proprio ragione! Allora, ci vediamo tra qualche ora, baby ... " -
- " 'notte ... papy ... conoscendoti, tra meno di un'ora hai smesso anche tu e ti sei infilato dentro il letto! " -
- " Abbi fede ... be'? Che cos'è quella faccia, ... che cosa ho detto di tanto incredibile? " -
- " Ma, finiscila ... papy ... non ti conoscessi! " -
Gualtiero Giovanni Canu